Con un ampio giro questa escursione consente di salire su diverse cime per così dire “minori” dei Monti Reatini - Monte Tilia, Monte Corno e Collelungo - attraversando
ambienti caratteristici e sempre molto panoramici.
Il punto di partenza è il piccolo spiazzo che si trova proprio sopra la brevissima galleria lungo la strada regionale 521 poco prima di arrivare a Leonessa (località la
Forca sulla carta), e poichè avevamo a disposizione due auto ne abbiamo lasciata una in corrispondenza della casa cantoniera che si trova un po’ prima della galleria
così da risparmiarci al ritorno un paio di chilometri di strada asfaltata.
Il precorso si svolge lungo i sentieri “424” e “415” e dovrebbe essere quasi tutto evidenziato dai segnavia che oggi, per via della neve, abbiamo però individuato solo
nell’ultimo tratto di discesa dal Collelungo alla casa cantoniera. Non ci sono comunque particolari problemi di orientamento dal momento che la prima meta, il Monte Tilia
la cui cima è caratterizzata da un grosso ripetitore, è ben visibile fino dai primi passi ed a parte qualche breve tratto nel bosco fa da bussola per tutta la fase di avvicinamento.
Ci si avvia lungo una strada sterrata che si lascia ben presto per percorrere in salita costante il versante ovest del Monte Tilia fino a raggiungerne la base che si
aggira verso sud per poi puntare direttamente alla cui cima che si raggiunge con un ultimo tratto in pendenza un pò più accentuata.
In realtà più che una cima quella del Tilia consiste in un vasto pianoro sul quale sono disseminati alcuni manufatti residui di un vecchio impianto di risalita in abbandono,
oltre appunto all’imponente tabellone; nonostante la ferraglia sparsa qua e la il posto è interessante e dalla cima il panorama è sorprendentemente ampio: verso il Terminillo
anzitutto, che incombe all’orizzonte, ma con il cielo limpido dal Monte Tilia si possono osservare bene un pò tutte le montagne dell’Appennino centrale.
Dalla prima cima obiettivo dell’escursione si volge lo sguardo verso sud e si individua chiaramente il Monte Corno che si raggiunge con un piacevole percorso a sali e scendi
attraverso alcuni caratteristici avvallamenti denominati le “Fosse”; si attraversano la prima e la seconda (bello il boschetto sul fondo di quest’ultima) sino a portarsi sul
bordo dell’ultimo avvallamento all’interno del quale è situato il piccolo rifugio Ovile e rimanendo alti sul crinale si aggira l’ampia depressione raggiungendo in breve la
cima del Monte Corno, contrassegnata da un semplice ometto di pietre.
Siamo su una cima che ha tutta l’aria di essere poco frequentata, sicuramente molto meno del Monte Tilia, che pure offre una buona vista d’insieme sull’intero settore nord
dei Reatini ed in particolare verso la mole del Terminillo che risulta ancora più vicino.
Per completare l’escursione si riprende a camminare in direzione est, prima scendendo in un'altra depressione (Prato Lupino) per poi risalire all’inizio del crinale del
Collelungo dove fa bella mostra di sè la “Colonnetta 470” al centro di un pianoro: da questo punto si percorre per intero la lunga dorsale rimanendo in piano con affacci
verso la vasta pianura di Rieti mentre si toccano in successione i resti (ben pochi invero) della “Colonnetta 471” e della numero 472, molto ben conservata, situata
proprio in corrispondenza della cima del Collelungo.
Da questo punto non rimane che scendere la lunga e panoramica cresta orientale del Collelungo mantenendosi sempre verso est sino ad un punto in cui la traccia cambia
repentinamente direzione e con un ultimo tratto nel bosco riporta alla strada asfaltata, esattamente in corrispondenza della casa cantoniera.
Una bella escursione dunque, che lasciatosi alle spalle il Monte Tilia conduce in ambienti poco frequentatati ed incontaminati in un susseguirsi di notevoli punti di
vista su questa parte dei Monti Reatini.